Sulla dichiarazione di Veronesi riguardo l'amore omosessuale ha già detto, e molto bene, l'amica gianna nel suo ottimo post.
Che aggiungere?
La biografia di Veronesi è costellata di prese di posizione insolite e talvolta contrastanti: le prese di posizione dei cosiddetti liberi pensatori che finiscono per concepire tutto e il contrario di tutto senza troppi scrupoli morali. Nucleare ed eutanasia, inceneritori e vegetarismo, depenalizzazione delle droghe leggere e sostegno agli OGM, la polenta più insidiosa delle polveri sottili, le donne i cavalier l'arme e gli amori, tutto confluisce in una corrente di pensiero ormai inutilmente provocatoria. E vagamente offensiva: quale amore è più puro di altri?
Ma a ben vedere Veronesi offende se stesso, sua moglie e i suoi sette figli e, gli auguro, innumerevoli nipoti e pronipoti più di tutti quegli etero che si vedono accusati di un amore strumentale e magari (ricordo a Veronesi che in Italia la percentuale di infertilità si attesta intorno al 15-20%) i figli nemmeno li hanno.
Più di tutti quei gay e quelle lesbiche che mi auguro reagiscano con l'amaro in bocca a certi contentini che vengono loro offerti come un inutile e vacuo risarcimento alla totale mancanza di leggi che ne tutelino le scelte.
Più di tutti quei bisex o transgender ai quali Veronesi evidentemente non ha pensato: come li etichettiamo? Come la mettiamo, professore, con la vita che è ben più multiforme e caleidoscopica di quanto possano mai essere multiformi e caleidoscopiche le sue personali teorie?
Professor Veronesi, l'amore è amore. Non saturiamolo dei nostri pensieri in libertà: inchiniamoci in silenzio di fronte alla sua forza.