Oggi ricorre il 180° anniversario della scomparsa della matematica Sophie Germain. Nata in una famiglia di liberali francesi filorivoluzionari, la sua vicenda è simile a quella di eserciti di intellettuali di genere femminile, figure dimenticate dalla storia ufficiale, quella dei maschi, e quasi sempre relegate nel pittoresco. Eppure lei, la Germain, ha elaborato teorie importantissime ma oggi sfido a incontrare qualcuno che associ il suo nome ad altri ben più conosciuti nell'empireo matematico: Lagrange e Gauss. I due grandi matematici, in verità, sono entrambi legati alla figura di Sophie Germain: il primo come mentore ai tempi dell'università, il secondo come amico de plume, corrispondente epistolare della brillante matematica.
Cosa ci faceva, alla fine del Settecento, una donna al neonato Politecnico di Parigi, si domanderanno i più realisti dei miei lettori? Ebbene: con un rischioso stratagemma, ossia prendendo l'identità di un mediocre studente maschio iscrittosi e ben presto ritiratosi, la giovane Sophie riuscì ad attirare su di sé l'attenzione nientemeno che del professor Lagrange, il noto pioniere della teoria dei gruppi, che le chiese un incontro personale (lei ovviamente non si faceva vedere in aula) e la smascherò come donna senza per questo smettere di lodarla come matematica.
Gauss, invece, il guru dell'algebra e della geometria, entra nella vita di Sophie attraverso una serie di lettere che lei decise di mandargli per essere incoraggiata nelle sue ricerche proprio dalla massima autorità nel campo degli studi matematici puri e applicati.
Sophie Germain è un'icona per tutte quelle donne che sentono la vocazione per la matematica e per la scienza; la dimostrazione, non propriamente di tipo matematico ma quasi, di come il cervello non abbia sesso.