Il mio politico preferito, il ministro dell'economia e finanze Giulio Tremonti, già definito con l'azzeccato epiteto di "enigmatico" dall'amica e collaboratrice Gianna, ha preso parte all'assemblea dei giovani di Confindustria.
Il solo fatto che in Confindustria, protagonista sotto le mentite spoglie di Pompindustria (associazione di imprenditori di dubbia moralità) in un bellissimo gioco di parole di Umberto Eco, esista un'assemblea dei giovani, mi sorprende alquanto. Quando poi leggo (fonte: repubblica.it) che il mio eroe Tremonti ha ammesso che in Italia "la crisi non è finita" il mio stupore cresce esponenzialmente.
Perché, mi chiederanno i miei lettori?
Perché qualche giorno fa il grande uomo, contestando i dati resi noti da quel manipolo di fanatici comunisti avulsi dalla realtà e ancora immersi nella temperie marxista-leninista che notoriamente è l'Istat, aveva al contrario dichiarato che l'Italia è "più ricca" rispetto a 10 anni fa.
Donde cotanto trasformismo? Forse dalla frequentazione, nelle fila del medesimo partito, di un altro personaggio dalla variopinta tonalità politica, il buon Sandro Bondi, sindaco comunista nell'alta Lunigiana poi trasferitosi alla Corte del Nano, il cosiddetto Ravanello di Fivizzano per l'inguaribile inclinazione a mostrarsi rosso fuori e bianco (o rosa? o verde? o giallo?) dentro?
Si sa, certi ortaggi dal forte sapore a lungo andare sono indigesti e, a mangiarne troppi, rimangono sullo stomaco.
Suggerisco a Tremonti una buona dieta depurativa: grazie alla proverbiale lucidità che deriva da una più agevole digestione l'Italia, che guarda caso si è impossessata proprio dei colori dell'ostico molestatore di mucose gastriche, gli apparirà più facilmente per quello che è.
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