luna bianca luna nera è la luna del calendario, quella di tutti i giorni, perché in questo blog si parla di ciò che succede e di come lo sentiamo.
l'una bianca, l'una nera: qualcosa ci piace, qualcos'altro invece no. perché anche la luna ha un suo fondo di inquietudine.

mercoledì 11 maggio 2011

sulla beatificazione

Dieci giorni fa la beatificazione di papa Wojtyla, un evento mediatico come mediatico è stato tutto il pontificato del polacco: dall'attentato alla predicazione, dalla morte alla vita "privata" (per quanto possa definirsi tale una esistenza papale), dalla malattia fino al processo di beatificazione. E che dunque, volenti o nolenti, ci coinvolge tutti.
Discutere la beatificazione o la santificazione di una persona è affare delicato. Molte voci, nel caso in questione, si sono autorevolmente levate a contestare la santità in chi non ha certo vissuto senza peccati: la sua posizione non proprio conciliante sul tema dell'AIDS e della sessualità o il larvato sostegno a regimi evidentemente dittatoriali sono due macchie che restano a velare la reputazione di un uomo, Karol Wojtyla, che pure ha fatto della pace la sua bandiera.
Il problema però, a mio avviso, risiede altrove: nel principio stesso della santità intesa come la intendono le gerarchie cattoliche, ossia come un surplus volto a rendere alcuni cristiani "migliori" (passatemi il termine) di tutti gli altri.
Un passo degli evangeli sinottici insegna e ammonisce che non sono i sani ad avere bisogno del medico, bensì i malati: il senso della stessa fede in Gesù non è quello di essere chiamati a santità in quanto perfetti, ma in quanto peccatori.
E per giunta consapevoli. E dunque, poiché disposti ad ammettere i propri limiti, altrettanto disposti a correggersi in un rivoluzionario tentativo di affermare una via alla santità universale che probabilmente ha contribuito a portare Gesù alla croce e la chiesa cattolica, successivamente, a non sentirci da quell'orecchio. Ma questa è un'altra storia.
Per tornare on topic un altro passo evangelico, famosissimo eppure troppo sovente disatteso, dichiara: non giudicate e non sarete giudicati. E la mia riflessione è anche questa: che cos'è la beatificazione di un mortale, santo o peccatore che sia, se non una forma di giudizio?

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