Con quale autorità Tremonti contesta i dati dell'Istat secondo cui l'Italia, ormai in crisi conclamata e ben più povera rispetto a dieci anni fa, non sarebbe esattamente quel ricco paese dei balocchi che il ministro decanta?
Con l'autorità di un lumbard che nei lontani anni ottanta scrive per Il Manifesto e dieci anni dopo è ministro del governo Berlusconi.
Con l'autorità del bigotto che istituisce la pornotax, imposta (dichiarata "etica") sul reddito che non è difficile capire a chi sia indirizzata.
Con l'autorità di un laureato in giurisprudenza: sì, un laureato in giurisprudenza che per ben quattro volte viene assegnato al ministero dell'economia e delle finanze (da un presidente operaio non è lecito aspettarsi il giurista economista?)
Con l'autorità di chi sostiene la teoria della cosiddetta Economia sociale di mercato, un ibrido tra socialismo e capitalismo che ben rispecchia la propensione del nostro a rimanere in medio assieme a non si sa bene quale virtù.
I dati Istat purtroppo narrano la realtà: e la realtà italiana è sotto gli occhi di tutti.
Inclusi quelli di Tremonti se è vero che, come riporta Wikipedia, il suo reddito imponibile netto riferito al 2009 è di soli 39.672 euro, uno dei più bassi fra i parlamentari. Ma si sa: Tremonti, da buon cristiano, si accontenta. Dicendosi più ricco di quanto non sia.