luna bianca luna nera è la luna del calendario, quella di tutti i giorni, perché in questo blog si parla di ciò che succede e di come lo sentiamo.
l'una bianca, l'una nera: qualcosa ci piace, qualcos'altro invece no. perché anche la luna ha un suo fondo di inquietudine.

giovedì 12 gennaio 2012

(A)normalità

Stanno facendo il giro del web, accompagnate dal comprensibile scalpore che le dichiarazioni del genere non mancano mai di suscitare, le parole del teleprofessore di medicina più popolare dell’etere, lo psichiatra Francesco Bruno: lo strizzacervelli televisivo ha infatti solennemente annunciato per l’ennesima volta che «l’omosessualità va considerata anormalità»; fin qui, visto che l’Italia è un paese in cui ciascuno resta libero di dire la propria, passi. Ma se si considera che nel lontano 1990 l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, a dispetto di Bruno, ha depatologizzato l’orientamento omosessuale, la circostanza che proprio un medico si prenda la briga di smentire autorevoli colleghi di livello internazionale sulla base della propria percezione individuale lascia francamente senza parole: e meno male, perché di parole abbonda già a sufficienza l’accademico labbro di Francesco Bruno.
Il culmine del trash verbale il professore lo raggiunge infatti in un paio di affermazioni rilasciate alla vecchia volpe che è appunto Volpe, arcinoto direttore del blog Pontifex, testata ultrareazionaria che volentieri, manco a dirlo, ospita gli sproloqui del nostro: «Io ho il diabete» afferma infatti il professor Bruno; «non mi offendo se qualcuno mi dice che sono malato, è la realtà. Bene, per quale motivo gli omosessuali si offendono se qualcuno, correttamente, parla di patologia?». Ordunque: il diabete secondo Bruno è una condizione di cosiddetta anormalità, ammesso e non concesso di essere certi su cosa sia, invece, la normalità. Ma per una volta ammettiamolo; e concediamolo pure.
Il professore quindi prosegue. «Una eccessiva tolleranza verso stati di anormalità, e l’omosessualità tale va considerata, ci porta alla conclusione che la gente si confonda e non capisca più cosa è il bene e che cosa è il male». Perché dunque, dal punto di vista del telemedico, considerare un diabetico, cui lo stesso professor Bruno ha posto l’etichetta di difforme dalla normalità, come oggetto di umana tolleranza? Perché rendersi in tal modo complici della generale confusione nella comprensione di ciò che è bene e ciò che è male? Professore, attento alle spalle: le sue parole sono un boomerang.
Ma per fortuna, dottor Bruno, la salvano i meriti: un suo degno collega e predecessore, il medico Sorano di Efeso, molti secoli fa ebbe a scrivere: «Come lo strumento che, applicato ad un vaso, quando il recipiente è pieno fino all’orlo fa colare il liquido, così il diabete causa l’impulso intrattenibile ad urinare». Nel caso in questione, ciò che segna la vera svolta nel campo scientifico, lo stimolo è piuttosto quello alla farneticazione: grazie ai meriti, normali o anormali, del professor Francesco Bruno, un nuovo capitolo della storia della medicina è ora aperto.