Mentre la Francia blocca alla frontiera i treni di migranti provenienti dal nostro paese, il cardinale Tettamanzi in Duomo a Milano, in occasione dell'odierna domenica delle palme, chiede e si chiede: perché tanti vivono arricchendosi sulle spalle dei paesi poveri, ma poi si rifiutano di accogliere coloro che fuggono dalla miseria e vengono da noi chiedendo di condividere un benessere costruito proprio sulla loro povertà?
Parole che pesano come pietre, ma pur sempre parole.
E su quei treni non ci sono cardinali che dispensano saggezza richiamando le coscienze alla sacrosanta fratellanza universale, invocando la fine dello sfruttamento tra popoli.
Su quei treni soltanto migranti sporchi e sudati che fanno pensare ad un altro migrante, uno di poche parole e molte azioni, che 2000 anni fa in un'assolata domenica di primavera mosse a dorso d'asino alla volta del suo domani: un domani incerto come quello che attende i migranti sui treni fermi alla frontiera tra Italia e Francia, tra drappelli di manifestanti solidali e folle di turisti vip e gaudenti, un domani faticoso e forse drammatico. Su quei treni, se fosse qui tra noi, ci sarebbe anche lui: oggi sceglierebbe un treno anziché un asino. Forse, a ben vedere, oggi su quei treni fermi tra Italia e Francia c'è anche lui.
Oggi è la domenica delle palme.
Le palme di Mentone e le palme di Gerusalemme.
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