Lo slovacco Sloboda a Solidarita, ossia il locale partito liberale di centrodestra il cui nome suona più o meno come Libertà e Solidarietà, ha ideato una singolare campagna per l’abolizione delle immunità parlamentari: diciassette deputati hanno posato più o meno senza veli e la fotografia, pubblicata sul profilo Facebook del partito, ha ovviamente fatto il giro del web.
In realtà è difficile stabilire se i diciassette moschettieri compaiano davvero come mamma li ha fatti: il lungo lenzuolo che li copre, recante la scritta «togliamo l’immunità ai deputati», non lascia apparire che una fila di poco sensuali polpacci da un lato e una schiera di autorevoli mezzobusti dall’altro, ossia quanto di più burocratico e meno frizzante si possa immaginare in termini di esposizione della nuda carne. Come a dire che persino Formigoni nell’istante in cui, coperto solo di una minima mutanda da bagno e con il naso efficacemente turato in vista del tuffo cosiddetto «a bomba» (in questo caso non sexy) dall’alto della barca ciellina di ordinanza, quella che secondo le solite malelingue sarebbe stata acquistata in nero dal nucleo d’acciaio del movimento di Giussani, insomma persino il casto governatore lombardo, al confronto con i politici slovacchi, sembra uscito fresco fresco dal set di una pellicola di Tinto Brass.
In politica economica il partito slovacco, capeggiato dal paladino esteuropeo del liberalismo economico Richard Sulik che per ribadire la propria autorità di leader si è riservato, nella foto in questione, uno dei posti migliori giusto dietro le spalle della più avvenente tra le uniche tre donne che hanno contribuito al progetto, non è più seducente che nell’immagine e somiglia pericolosamente ad un altro lombardo compagno di merende del casto governatore, quel ministro Tremonti che cercò di far digerire alle imprese nostrane la versione epurata della flat tax, altrimenti proibita dall’articolo 53 della Costituzione, violando al tempo stesso i parametri dettati dagli accordi di Maastricht e innalzando il già opulento debito pubblico italiano fino alle vette che sappiamo e che, con buona pace del nostro ex ministro dell’economia, non somigliano affatto alle bianche cime della sua Valtellina.
Molto meglio il mare. Peccato solo per il sospetto che rimane dopo aver ammirato la compatta schiera dei deputati del suddetto partito slovacco, e cioè che in fondo i diciassette parlamentari non siano nudi come vorrebbero dare ad intendere: come per i già citati colleghi italiani, con il quale hanno in comune il concetto di libertà o liberazione o liberalizzazione che dir si voglia, anche dei deputati di Sloboda a Solidarita si ha l’impressione che vogliano apparire all’elettorato come una simpatica compagine di rispettabili cristiani con l’attenzione al sociale e che, in fondo, sotto il pasionario e barricadero lenzuolo di protesta nascondano gli slip del costume. Tanto più che la scritta che inneggia alla fine dell’immunità parlamentare, in realtà, si riferisce a reati come «l’eccesso di velocità», mostrando così anch’essa il suo prevedibile lato segreto; e mentre l’economia europea agonizza sotto i colpi di piccozza dei liberalisti incalliti, meglio gettare via il lenzuolo, procurarsi un costume da bagno e rivelarsi per quello che si è: tutti pronti per un tuffo in compagnia.