Una volta toccò al nostro presidente del Consiglio, il cavaliere disarcionato da una grottesca faccenduola di donnine a chiosa della quale l’amico Mike Bongiorno, se solo avesse potuto assistervi, avrebbe certamente commentato: caro Silvio, lei mi scivola sul pisello. Ora che le potenze mondiali aumentano, in occidente si tira la cinghia, si aggiungono posti a tavola e lo scranno dei signori fa spazio ai nuovi arrivati, ci giunge dall’India la notizia che un pugno di ministri, per l’esattezza due uomini e, udite udite, persino una donna, si sono dimessi dopo essere stati sorpresi a guardare un film porno in parlamento.
Evidentemente annoiati dalla seriosa circostanza cui la loro posizione li ha costretti ad assistere, ossia una seduta parlamentare incentrata sulla devastante crisi agricola che sta vivendo l’India, i tre moschettieri del sesso devono aver ben pensato di distrarsi con alcune immagini di signore non propriamente ammantate del tradizionale coloratissimo sari.
Singolare la posizione personale dell’unica donna fra i tre: ministro per la donna e l’infanzia, versione indiana delle nostre politiche sociali; ma quel che davvero fa quadrare i conti è l’appartenenza politica dei tre dimissionari, i quali guarda caso facevano capo al principale partito della destra indiana, quel Bharathya Janata Party che, in ossequio ai modi della ormai paradigmatica destra all’italiana, deve evidentemente aver pensato di unire l’utile al dilettevole coniugando il mondo del porno con l’esigenza, specifica nel caso della signora ministro, di dare un impulso al lavoro della donna. In effetti quale settore si può immaginare più efficace del set a luci rosse in quanto ad aumento del fabbisogno di manodopera femminile, possibilmente allo stremo e disposta a tutto o quasi?
E invece le alte dirigenze del partito non devono avere molto gradito la geniale linea di pensiero dei tre esponenti in questione, tanto da indurli alle dimissioni per motivi di reputazione. Pazienza: in India come nel Belpaese, all’origano o al curry, gli ingredienti di base sono sempre gli stessi e a noi italiani non resta che rimpiangere i tempi in cui non era il porno a entrare clandestinamente in parlamento, come nell’era di Berlusconi e di questo nuovo scandalo erotico all’indiana, bensì il viceversa: il parlamento, nella persona dell’onorevole Cicciolina, entrava nel mondo del porno e in un certo senso lo rendeva «normale». La differenza è sottile. Ma c’è.