Nel corso del consueto girovagare per il web apro Il Fatto Quotidiano e trovo un articolo appena pervenuto dalla Luna.
Mentre sul pianeta Terra si discute una manovra il cui semplice fantasma fa chiudere la borsa milanese in un rosso che più marziano non si può, qualcuno da qualche parte nell'immenso spazio parla di calcio. In maniera sorprendentemente poco aliena.
Anzitutto apprendo che esiste, nota dolente, una Lega anche nell'universo a me sconosciuto del pallone. Una constatazione da urlo: quello che ho emesso dopo aver letto e riletto più volte l'articolo in questione e compreso infine che NON si trattava del Carroccio, e che mi stavo arrovellando il cervello del tutto inutilmente per capire cosa mai avesse dichiarato il Trota in proposito. Fatica sprecata, il figlio d'arte per questa volta è innocente. Almeno credo.
Secondo: vengo a conoscenza dell'esistenza di un sindacato calciatori. Viviamo su un pianeta in cui i diritti sindacali vengono continuamente messi in discussione come se fossero idee marziane, e sul Pianeta Calcio che cosa ti scopro? Che esiste qualcosa tipo la CGIL. Tutelare i poveri calciatori disgraziatamente solo milionari e non miliardari non è un diritto alieno bensì, a quanto pare, inalienabile.
Terzo: scopro che esiste un contratto collettivo anche nel settore calcio. Ovvia conseguenza di quanto sopra, come ho fatto a non pensarci?
Il Pianeta Calcio è un universo parallelo.
Un mondo futuribile.
Un mondo dove l'inflazione dev'essere galoppata a livelli tali da spingere gli abitanti di quel pianeta a ragionare curiosamente nell'ordine delle centinaia di migliaia anziché delle decine, un po' come qui sulla Terra, dieci anni fa, servivano cinquemila unità della nostra vecchia moneta per comprare il gelato ai bambini. Roba da marziani.
La vecchia canzone "mille lire al mese", già recentemente aggiornata a "mille euro al mese", è ormai un simpatico ricordo sul Pianeta Calcio dove presto, vogliamo scommetterci, verrà proposta l'appropriata versione "centomila euro al mese". In barba a noi terrestri che vedremo il nostro pianeta invaso da marziani miliardari, più veloci della luce a rivendicare diritti che qui, ormai, si apprestano a diventare polverosa memoria.
Altro che sciopero del pallone.
Servirebbe, semmai, uno sciopero delle astronavi.