luna bianca luna nera è la luna del calendario, quella di tutti i giorni, perché in questo blog si parla di ciò che succede e di come lo sentiamo.
l'una bianca, l'una nera: qualcosa ci piace, qualcos'altro invece no. perché anche la luna ha un suo fondo di inquietudine.

sabato 19 febbraio 2011

Sa(n)remo intonati? Il festival 2011 big dopo big


Patty Pravo.
Ha l'onore/onere di interpretare (male) la canzone forse più bella del festival. Niente voce, un'apparenza da vecchia bambola avvolta in un sacco dell'immondizia condominiale, intonazione ballerina. C'è da dire che l'hanno messa a cantare il brano più grave della storia del festival. Al posto suo stonerebbe persino la Netrebko. Voto: 5. Consigli: la prossima volta si presenti meno incellofanata.

Emma e i Modà.
Un brano del tutto insignificante, un look insignificante modello anni ottanta che dovrebbe accattivarsi le simpatie dei giovani (quelli nati alla fine degli anni 50 per intendersi), arrangiamento insignificante, voci insignificanti. Questi sarebbero i favoriti? Voto: n.p.

Luca Madonia con Battiato.
Matrimonio siculo per un risultato davvero sorprendente: la canzone è uno spudorato medley tra Sentimiento nuevo e Segnali di vita ma chi dovrebbe contestare il plagio siede tranquillo al pianoforte, ammantato di vaghezze melodiche arabeggianti e misticheggianti ma a ben vedere, nel contesto, vagamente insensate. Canzone sconclusionata e palesemente già sentita, con un Madonia espressivo come un frammento di lava etnea e un Battiato pianista da secondo anno. Voto: Madonia 4, Battiato 8 per la flemma che comme d'habitude seduce. Consigli: scambiarsi i ruoli.

Giusy Ferreri.
Brava e sensuale, ci si domanda dove una donnina così ina trovi un vocione così one. La canzone è bella, l'interprete è matura. Forse il miglior esempio di coesione tra musica e interpretazione. Simpatiche le calzature che la elevano ad un rango più contraltile. Voto: 9

La Crus.
Atmosfere retrò e voce in stile. Testo guerresco e volitivo: io voglio, io cambio, io so; bruttino, ma la musica si salva. Menzione d'onore agli ottoni dell'orchestra. Cammeo un po' insensato della soprano Susanna Rigacci, nota esperta di musica contemporanea che per l'occasione propone il recupero degli stilemi peculiari della teoria e solfeggio. Voto: 7

Anna Oxa.
O dell'inossidabilità. La canzone, non bellissima a parte le modulazioni selvagge, riecheggia un nonsoché di già sentito, tra il donizettiano, il verdiano e il canzonenapoletano. La Oxa entra a ritmo di chitarra elettrica con un look da eterna ragazza e la voce (quasi) immutata. Una botta di vita. Voto: 8. Consigli: occhio agli acuti.

Tricarico.
Canzonetta accattivante in questi tempi di celebrazioni per l'unità del Belpaese, ma che c'entra allora quel sottofondo in stile coro dei cosacchi del Don? Tricarico ha l'aspetto di un ottavista sovietico ma intona una melodia impossibile senza fare una piega. E c'è persino il fagotto di pierinolupesca prokofieffiana memoria. Troppa Russia non dà credibilità al risultato. Voto: 6

Al Bano.
Il tenore disfatto. Bella la canzone, benché non priva di suggestioni classicheggianti già udite e straudite, ma terribile l'interpretazione. Il vibrato nella voce di Al Bano, che sembra cantare seduto su un compressore a pistoni, rende il tutto semplicemente insopportabile. Voto: 5. Consigli: rottamatelo.

Nathalie Giannitrapani.
Bella voce, sebbene con qualche gocciolina di muco qua e là, bel carattere; è la versione angelica della demoniaca Ferreri. Convincente; e ci ricorda persino che in orchestra esiste l'arpa. Inoltre suona il pianoforte meglio di Battiato. Voto: 9.

Luca Barbarossa con Raquel del Rosario.
Comici. Esordiscono su un tappeto sonoro in stile dark metal con un testo che non c'entra niente (a parte le candele accese) e con l'aggravante di due vocine da canarino che, per quanto ci si sforzi di considerare la realtà sotto molteplici punti di vista, non hanno francamente molto di sensuale. E poi cos'è che è doloroso? Voto: 6 per la simpatia. Consigli: scuola di dizione per la signora usignolo.

Anna Tatangelo.
Ormai le parolacce non scandalizzano più nemmeno al festival di Sanremo. Lei invece, con il look (ma ahinoi non la voce) da cugina povera della fu Giuni Russo, scandalizza eccome. Voto: 5.

Davide Van de Sfroos.
O degli equivoci. Perché il cameraman inquadra il violino quando suona la tromba? Canzone incomprensibile del cowboy del Lario. Voto: 9 al trombettista.

Max Pezzali.
Canzoncina davvero ina, bruttina, striminzitina, adattissima peraltro allo gne gne indisponente di Max Pezzali. Il pezzo intero sembra echeggiare l'antico io ce l'ho e tu no delle scuole elementari. Il risultato è inequivocabilmente noioso. Pardon, noiosino. Voto: qualcosa di piccolino.

Vecchioni.
Brano sentimental-apocalittico, cantore epico, arrangiamento in pieno stile monsignor Frisina (quello del sound dei diecimila violini, per intendersi) con sorrisi e speranze e spazio per il futuro. Una canzone che è destinata ad accontentare un po' tutti perché parla un po' di tutto. E un po' di niente. Voto: 7 per le intenzioni. Consigli: qualche violino in meno la prossima volta.

venerdì 18 febbraio 2011

Aziende e libertà

Parlando in Iceberg di Wikileaks mi viene da fare una riflessione. Il Popolo Delle Libertà è proprio tale e il premier ce ne dà un esempio.
Berlusconi è davvero una persona che dà esempio di libertà nel nostro paese:
è libero di fare il bunga bunga (del resto perché no? gliel'ha insegnato Gheddafi, che non si può dire non sia una personalità di spicco)
è libero di corrompere giudici,
è libero di privatizzare e trasformare tutto in aziende,
è libero di proporre leggi che valgono solo per lui (la costituzione è vero che dice che la legge è uguale per tutti, ma non dimentichiamo che la libertà vale più della costituzione)
è libero di comprare tutti i canali televisivi che vuole (del resto perché non poter comprare una televisione, che è un prodotto commerciale tanto come lo shampoo?)

In tutto questo però vedo una contraddizione: perché se predica ed applica anche così bene la libertà, non favorisce Wikileaks, software libero e cultura?
Mi sembra che oltre agli animali in via d'estinzione ci sia anche la libertà di parola in via d'estinzione: non si parla più, non ci si espone; i posti di lavoro sono precari, o addirittura sono un sogno, e per questo si cerca di essere il più diplomatici ed accondiscendenti possibile. Non ci si sbilancia. La crisi non è ancora tangibile - non moriamo ancora di fame, possiamo ancora permetterci un computer ed una navigazione ad internet - ma c'è clima di tensione, di incertezza.

Comunque in questi casi è inutile prendersela: facciamo il possibile per correggere il tiro e stare bene. Amiamo e godiamoci la vita: la nostra società ha poco più di 2 000 anni, l'uomo c'è da più di 100 000 anni; è da quando esiste la scrittura che si parla di tempi difficili. Eppure ci sono popolazioni che in condizioni peggiori riescono ad essere in incremento demografico.
UU

sesso e magnolie

A qualche giorno dalla pubblicazione della foto-scandalo in cui compare Vendola in costume adamitico, in un campeggio per nudisti nel lontano 1979, affermo con decisione che viviamo in una società pazzesca.
Quello che viene contestato al Cavaliere non è l'esposizione del corpo nudo, bensì il suo impiego ai fini del potere. Equiparare un bagnante nudista (anche se si tratta di un presidente di regione) alle gesta erotiche di Arcore è un'azione dai fondamenti logici scorretti.
Detto questo, che è già stato detto anche molto meglio in altre più importanti sedi, aggiungerei una piccola considerazione.
Che cosa ha a che fare la sessualità con il nudismo? Altro errore logico, stavolta di fondo. La risposta probabilmente è: tanto quanto ha a che fare con le magnolie.
La nostra società vede sessualità ovunque vi sia una condizione di semplice naturalità. Il solo fatto di comparire nudi crea un link automatico e non autorizzato alla voce "sesso" che rivela quale sia l'autentico tarlo della modernità: un erotismo tanto sbandierato quanto più è malvissuto. Nudità esibite insensatamente sui manifesti e in tv sono il pane quotidiano; vivere con spontanea e gioiosa naturalezza il proprio corpo, invece, è eresia.

iceberg

Le prime pagine di oggi parlano chiaro: le rivelazioni di Wikileaks distruggono il nano. Un nano senza più ballerine ormai, anche perché gli americani lo accuserebbero di ben altro che di quegli scandali a luci rosse che ci fanno tanto discutere qui nel Belpaese. Bene.
Era ora che, oltre alla sacrosanta reazione alla mercificazione del corpo femminile cui la vicenda Ruby ci ha spinti, illustri osservatori avanzassero dubbi anche circa le abitudini politiche del premier, oltre che quelle sessuali: come quando, ad esempio, e cito dal Fatto Quotidiano, il nano "pensa di poter impegnarsi con Hezbollah e Hamas, [...] stabilire nuovi canali con l’Iran, oppure espandere l’agenda del G8 al di là di ogni riconoscimento".
Il nostro premier ne ha combinate di tutti i colori. Di fronte alla corruzione, alla connivenza con mafie e poteri occulti, ad una logica economica degna delle migliori dittature sudamericane, alle illegittimità costituzionali e chi più ne ha più ne metta, Ruby è la punta di un iceberg che finalmente si scioglie al sole.
Per una volta mi dico contenta del surriscaldamento globale.