Ricordate mr. Deciocavallo, il turista italo-americano che acquista la Fontana di Trevi dal truffatore Totò e dal suo complice Nino Taranto nel film girato da Camillo Mastrocinque mezzo secolo fa?
Mi è venuto in mente leggendo questa notizia: il sindaco della Capitale Gianni Alemanno nel 2007 ha rischiato di versare la bellezza di 70 mila euro ad alcuni imbroglioncelli che, spacciandosi per agenti dei servizi segreti, volevano vendergli inesistenti dossier sull’allora presidente del Consiglio Prodi e su D’Alema e Fassino. Passata praticamente sotto silenzio, la notizia è rimbalzata solo ora che i pm Giancarlo Capaldo e Luca Tescaroli hanno chiesto il rinvio a giudizio degli apiranti Totò.
E si è scoperto che Alemanno ha evitato di comprare la "Fontana di Trevi" non perché, come sarebbe stato suo dovere, alla proposta delle finte barbe finte si era rivolto alla polizia denunciandoli, ma solo perché un suo collaboratore aveva scoperto che i dossier promessi non esistevano dopo un incontro in un bar (!?!?) del Salario…
Come in un film del Monnezza!!
Altrimenti, si deduce dalle parole dei magistrati, avrebbe tirato fuori i quattrini senza fiatare.
Dimostrando, ma su questo non avevamo dubbi, un profondissimo senso di legalità.
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