luna bianca luna nera è la luna del calendario, quella di tutti i giorni, perché in questo blog si parla di ciò che succede e di come lo sentiamo.
l'una bianca, l'una nera: qualcosa ci piace, qualcos'altro invece no. perché anche la luna ha un suo fondo di inquietudine.

domenica 16 ottobre 2011

Hanno vinto loro.


Hai ragione cara amica Calliope, l'amarezza c'è: la constatazione della sconfitta.
Hanno vinto loro e la colpa è nostra perché da anni chiudiamo gli occhi facendo finta di non sapere che sono in mezzo a noi, che non aspettano altro che l’occasione giusta per calare il passamontagna e sfasciare tutto e tutti. 
Sono lì perché sono asserviti al potere, sono lì per vanificare le proteste, per sviare il significato delle manifestazioni, per far credere alla gente che l’alternativa al potere è il caos. Perché a loro delle proteste, delle rivendicazioni degli altri, di cambiare non gliene importa nulla, gli basta servire chi li paga per bruciare auto, sfondare vetrine, lanciare sassi contro la polizia e sprangare chi cerca di fermarli.

Hanno ragione le decine di migliaia di persone che sono scese nelle strade di Roma ad essere incazzate per quello che è accaduto. Hanno ragione da vendere anche i cittadini che sono rimasti coinvolti in una guerra che non era la loro. E ne hanno i poliziotti, stretti tra i lanci di sampietrini e i tagli del governo, che hanno tenuto i nervi saldi evitando un’altra Genova. 
Manifestanti, romani e agenti oggi sono gli unici che hanno diritto di lamentarsi, di condannare, di indignarsi. Un diritto che non hanno altri che non hanno perso tempo ad aprire la bocca per riempirla di menzogne.

Non ce l’ha sua eccellenza il presidente del Consiglio che porta la responsabilità di aver ridotto il paese in questo stato. Lui, il piduista, sodale di eversori e amico e difensore di condannati per mafia, dovrebbe avere il pudore di tacere.
E come lui tanti altri ipocriti: 
il sindaco della Capitale Gianni Alemanno, amico di terroristi neri, che ancora porta al collo la croce celtica e che ha speso soldi pubblici per donare una sede a Casa Pound.
Il ministro della Difesa Ignazio La Russa che la violenza di piazza ben conosce per averla vissuta da protagonista.
Non ce l’ha il ministro dell’Interno Roberto Maroni che non si è dissociato dal neo segretario provinciale di Varese del suo partito che ha candidamente dichiarato di essere pronto a impugnare le armi per difendere la Padania.
O quei parlamentari che si sono venduti per una manciata di quattrini.
Non ce l’hanno il diritto a scandalizzarsi quelli che con i loro comportamenti pubblici e privati, con la loro violenza verbale, con il quotidiano sputtanamento delle istituzioni di questo paese sono i mandanti dei mascalzoni di oggi.

E farebbe bene a tacere anche l’opposizione di centrosinistra che negli ultimi diciassette anni è riuscita a perdere tutti i treni, dividendosi su tutto e di più, dai diritti delle persone alla ristrutturazione selvaggia delle imprese, tra beghe personali e vendette politiche.

Né dovrebbero parlare quei commentatori e giornalisti che in questo sistema ci sguazzano e che invece sono sempre lì a tranciare giudizi, a compilare pagelle, a soffiare sul fuoco.

Nessuno di costoro ha titoli per condannare i violenti di ieri.

Ma dove c’è puzza di carogna gli avvoltoi non mancano mai.


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