luna bianca luna nera è la luna del calendario, quella di tutti i giorni, perché in questo blog si parla di ciò che succede e di come lo sentiamo.
l'una bianca, l'una nera: qualcosa ci piace, qualcos'altro invece no. perché anche la luna ha un suo fondo di inquietudine.

lunedì 28 marzo 2011

"Non posso più combattere."

E' il 28 marzo del 1941. La guerra sconvolge l'Europa.
A Rodmell, nel sud dell'Inghilterra, l'acqua del torrente scorre portando via con sé le vestigia dell'inverno. Mi piace pensare che l'olmo sia già in fiore.
O forse no. Forse è troppo presto per un Paese del nord.
Morire pochi giorni dopo l'equinozio, quando luci ed ombre si contendono ad armi pari la giornata, è un evento singolare. Ma si dice che la primavera non giovi ai depressi e porti con sé risoluzioni di suicidio.
Tra le vittime di guerra, quel 28 marzo del 1941, si contano gli oltre duemila marinai italiani deceduti nella battaglia di Capo Matapan. Più una vittima della propria depressione e della paura e del dolore della guerra, suicida a Rodmell, in quel sud dell'Inghilterra dove mi piace pensare che un olmo sia già in fiore.
Quel 28 marzo del 1941, riempitesi le tasche di sassi, Virginia Woolf si toglie la vita, annegandosi nel torrente che scorre via portandosi con sé le vestigia di un terribile inverno di guerra e la certezza che la guerra non finirà mai, per lei.
Lei che non può più combattere.
Lei che riposa sotto un olmo che ogni primavera fiorisce costringendoci al ricordo di una guerra non finita.

domenica 27 marzo 2011

profughi

Mentre a Lampedusa sbarcano alcune migliaia di profughi libici ma non solo, causando scompiglio in un governo che altro non sa fare se non esternare la propria violenza, dalla Costa d'Avorio in guerra parte l'esodo di un milione di persone.
I nostri affari mediterranei come al solito scompaiono di fronte alle tragedie della grande madre Africa: e soprattutto dimentichiamo che il problema della guerra in Libia non è il dover accogliere i profughi, bensì appunto la stessa guerra in Libia.
Rinunciando all'accoglienza di chi soffre ("cacciamoli e basta", "bisogna uscire col mitra", "duemila dollari a chi se ne torna a casa" sono le guerresche recenti affermazioni dei nostri governanti), rinunciamo alla nostra umanità.
Un frate una volta mi ha fatto notare che siamo tutti nomadi, tutti sofferenti e tutti profughi: in fuga dal dolore, talvolta da una vita che non è vita, in fuga da una società che non ci piace e che pure non riusciamo a cambiare. E, troppo sovente, in fuga da noi stessi.
Come dargli torto?

venerdì 25 marzo 2011

La nebbia dentro

C'è molto coraggio nell'affermazione di Vendola sui poteri occulti in Lombardia, la regione "più mafiosa d'Italia". Fino a ieri abituati a considerare il nebbioso settentrione come esempio di virtù comunitaria, oggi un politico terrone, con il rischio di apparire impopolare, apre gli occhi a tutti.
"La ndrangheta in Lombardia ha un un circuito di appalti che ruotano intorno a tutte le pubbliche amministrazioni di questa regione. Sarebbe interessante affrontare questo nodo", continua il governatore pugliese, al quale ovviamente è stato risposto che si guardi in casa propria prima di rompere le uova nel paniere della regione più avanzata del Belpaese. Già: ogni cittadino italiano che si rispetti la mafia la vede prima in Puglia, poi semmai nell'operoso opulento nord. Come negarlo?
Le accuse sono gravi: Vendola parla di controllo da parte della criminalità organizzata sulle Asl lombarde. Una prospettiva difficile da digerire. Le Asl vogliono dire salute, e legare la salute alla mafia infastidisce alquanto le coscienze sopite di chi vota Formigoni da decenni (con il sospetto recente, concedetemi questo piccolo off-topic, di illegittimità della ennesima rielezione del nostro).
O meglio, più che infastidire le coscienze, le risveglierebbe di colpo: traendole fuori da una nebbia che non è più soltanto un dato meteorologico, ma una condizione interiore.

domenica 20 marzo 2011

Energia nucleare: quello che c'è da sapere

Ho deciso di scrivere il seguente post per dare chiarezza a tutti, anche in visione del referendum del 12 e 13 giugno.
Di seguito le frasi che ho letto a favore del nucleare. Ci sono delle vere e proprie bestemmie, tra cui quella di un video di Berlusconi che parla di "scomposizione delle cellule" anziché fissione dell'atomo.
In questo post non voglio sbilanciarmi né a favore né contro, ma voglio dare chiarezza ed informazioni più scientifiche, lasciando link per documentazione e non semplicemente dando affermazioni con dati da chissà dove presi.
Ho cercato di tenere il tutto molto compatto e coinciso; alcune riflessioni che avrebbero dilungato troppo le ho messe a parte insieme al glossario e alla documentazione. Se c'è qualcosa di non chiaro segnalatelo pure via e-mail uomoubriaco@gmail.com così provvedo a spiegare meglio.

- «Una centrale nucleare non emette CO2»
1. Affermazione errata: una centrale nucleare EPR da 1 600 MW in un anno produce 12 TWh di elettricità e 670 000 t di CO2. Questo escludendo le emissioni per la costruzione della centrale (circa 12 g di C02 per ogni kWh prodotto), la gestione delle scorie (dai 30 ai 65 g di CO2 / kWh) e lo smantellamento finale degli impianti.
2. Si parla solo di CO2. La CO2, o anidride carbonica, non è l'unica causa dell'effetto serra; ci sono altri gas che potrebbero influire in modo più significativo e che quindi bisogna tenere in considerazione. ( http://it.wikipedia.org/wiki/Centrale_elettronucleare#Energia_nucleare_e_riscaldamento_globale - in inglese http://oxfordresearchgroup.org.uk/publications/briefing_papers/secure_energy_civil_nuclear_power_security_and_global_warming )
3. È così importante abbattere la CO2 anche a costo di produrre scorie radioattive? Gli animali quando respirano producono CO2, scorie radioattive per fortuna no.

- «Vantaggio nella bilancia dei pagamenti»
1. «Riduce l'importazione di petrolio [...] Maggiore stabilità politica» la prima è vera, ma sulla seconda ho qualche dubbio. E l'estrazione e l'importazione di Uranio è così semplice? ( http://it.wikipedia.org/wiki/Estrazione_mineraria_dell%27uranio )
2. Presupponendo che si voglia ricchezza e benessere, cosa che già andrebbe discussa ma esulerebbe dall'argomento, è necessario il nucleare per essere ricchi? La Norvegia è contro il nucleare eppure è la prima nella lista di stati per ISU e terza per PIL pro capite (PPA). Significa che l'alternativa esiste. ( http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_stati_per_Indice_di_sviluppo_umano#Molto_Alto - http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_stati_per_PIL_%28PPA%29_pro_capite )

Glossario, documentazione e riflessioni:

Il grande problema - che chi è a favore del nucleare evita - è lo stoccaggio delle scorie radioattive ( http://it.wikipedia.org/wiki/Scoria_radioattiva#Depositi_in_cavit.C3.A0_sotterranee_o_in_miniere_e_depositi_geologici ). Come si può pensare di riuscire a stoccare per millenni/milioni di anni delle scorie al sicuro? Al giorno d'oggi che oggetti intatti costruiti un milione di anni fa esistono? Nessuno. Hanno tutti subito qualche variazione nel tempo.
Non si sa di come andrà il clima nel prossimo secolo e invece si pretende di sapere che il tale luogo sarà sicuro per un milione di anni. Tutto quello che costruiamo ora ha una vita breve ed invece le scorie resteranno al sicuro per tutto quel tempo. Mi sembra davvero una grossa bugia.

Ora l'uranio costa poco così come costava poco il petrolio, e poi il metano, poi quando saremo schiavi dell'uranio si verificherà la stessa identica cosa che si è verificata ora con il petrolio. Il vento ed il sole però non hanno questo problema, ed andrebbero incentivati intelligentemente.

La Norvegia ha soltanto due reattori per la ricerca che producono quantità di energia insignificante ( http://it.wikipedia.org/wiki/Energia_nucleare_nel_mondo#Collegamenti_esterni ). Anche in Italia, al Politecnico di Milano, venne utilizzato un piccolo reattore nucleare fino a fine anni '70 ( http://it.wikipedia.org/wiki/Centrale_elettronucleare#Primi_anni ).
L'organizzazione norvegese però è stata all'altezza di gestirli - vedi link - ( http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=1149 ), in Italia al Politecnico ci sarebbero stati tutti questi interventi e controlli?

Vita di una centrale: 25-30 anni ( http://it.wikipedia.org/wiki/Centrale_elettronucleare#Caratteristiche_generali )
Smantellare una centrale: lo smantellamento è una delle operazioni più lunghe e costose ( http://it.wikipedia.org/wiki/Centrale_elettronucleare#Smantellamento )

EPR: tipo di reattore di III generazione. In Italia la centrale accesa a Caorso nel 1977 usava reattori BWR di II generazione.

k: kilo; prefisso che indica le migliaia. 1 kg = 1 000 g; 1 kW = 1 000 W.
M: mega; prefisso che indica i milioni. 1 MW = 1 000 000 W.
T: tera; prefisso che indica i miliardi. 1 TW = 1 000 000 000 W.

t: tonnellata; 1 t = 1 000 kg = 1 000 000 g.

W: potenza dell'impianto.
Wh: produzione di energia. 1 impianto che ha potenza 1 MW, supponendo che vada sempre alla massima potenza, produce 1 MWh/h, 24 MWh/giorno, 8760 MWh (= 8,76 TWh) in un anno.

guerra

Non dirò dei perché dei favorevoli o contrari all'intervento militare in Libia.
Non dirò delle centinaia di rifugiati respinti da Maroni.
Non dirò del voltafaccia di Berlusconi lamentato dall'amico Gheddafi.
Non dirò dei nuovi conflitti di religione, scenari di moderne crociate.
Non dirò della morte.
Dirò soltanto il mio NO ALLA GUERRA urlato così.
Fino alla fine di tutto il fiato che mi resta nei polmoni.

mercoledì 16 marzo 2011

Preludio e fuga

Dal Giappone giungono notizie preoccupanti. Ovviamente. Chi può aspettarsi, vista la situazione, fotografie di cesti pieni di cuccioli o altro del genere?
Ma fra le notizie preoccupanti ce n'è una, a mio parere, più preoccupante delle altre. I giapponesi stanno scappando.
E dove? A sud, nella speranza di scampare alla nube. Ma a sud il terremoto ha riattivato un antico vulcano dormiente che adesso aggiunge minaccia alle minacce.
Allora i giapponesi scappano dalle proprie paure e svaligiano i supermarket per accaparrarsi cibi in scatola, più sicuri dalla contaminazione di questi giorni, con il rischio di privare gli sfollati delle provviste per loro vitali.
Ovviamente dal Giappone fuggono gli stranieri, che forse sarebbero rimasti se il disastro fosse avvenuto altrove. In Francia, in Germania. Non lì.
Tutto questo scappare mi riempie di amarezza.
Dove vogliamo fuggire? Ormai il mondo intero è diventato una sorta di bomba a orologeria. Il pianeta non sopporta più il nostro comportamento irresponsabile, ci sputa come un muco di catarro. E noi dove pensiamo di andare? Pensiamo forse di sfuggire alla catastrofe nucleare percorrendo qualche migliaio di chilometri? Chi ci garantisce che quanto sta succedendo in Giappone non avvenga, un drammatico domani, anche altrove?
Abbiamo avuto il tempo di pensarci: è stato il nostro preludio.
Adesso che è tempo della fuga non sappiamo più dove andare. Perché si impone di non scappare più da noi stessi - la nostra amara specialità di umani immaturi.
Adesso è giunta l'ora di guardarci allo specchio e prendere atto di ogni nostra responsabilità, una dopo l'altra, e finalmente crescere. Per il domani di tutti.

Perché domani festeggerò... la Spagna

Non condivido il patriottismo frenetico di questi giorni né l'esposizione di bandiere tricolori, déja-vu di altre antipatiche situazioni, in vista del centocinquantenario dell'unità del nostro paese: l'Italia ha davvero poco da essere festeggiata e dunque ho deciso che da parte mia, domani, festeggerò la Spagna.
Perché proprio la Spagna, diranno i miei piccoli lettori? E' semplicissimo ragazzi.
Fino alla seconda metà degli anni settanta la Spagna è stata oggetto di una dittatura di marca fascista; è stato un paese chiuso, arretrato, dominato da un clericalismo miope, economicamente svantaggiato e povero sotto tutti i punti di vista.
In appena qualche decennio, mentre noi italiani dormivamo il sonno assai poco beato della ragione e inneggiavamo al menzionato tricolore forzitaliota del Caballero nostrano, il popolo iberico ha alzato la testa: dal punto di vista economico, nonostante la recente crisi (e però chi è senza peccato scagli la prima pietra), la Spagna ha mosso certamente passi da gigante. Ma quel che è più importante, direi, è che attraverso la rinuncia da parte del governo alle ingerenze clericali, attraverso l'introduzione delle unioni civili per le coppie di fatto, la modernità della normativa sulla procreazione assistita e molti altri passi avanti di una democrazia tanto giovane quanto dinamica, gli spagnoli ci hanno ampiamente superati, in pochi decenni, anche dal punto di vista sociale.
Dobbiamo dunque, cari amici, festeggiare un Paese governato da un nano e da patetiche ballerine cui tutto è permesso, quando migliaia di cittadini di quello stesso Paese vengono calpestati quotidianamente nei loro diritti fondamentali, dalla salute alle decisioni riproduttive passando per la libertà di scegliersi il partner che preferiscono?
Nooo!
Ecco perché domani festeggerò la Spagna.

lunedì 14 marzo 2011

The show must go on

E' polemica sulla tournée nipponica del Maggio Musicale Fiorentino prevista per questi giorni. L'orchestra italiana è ora a Tokyo dove ha profeticamente dato la verdiana Forza del Destino, opera che si mormora provochi lo stesso effetto, sull'economia degli eventi personali o planetari che siano, di quell'osteggiato colore viola che nessuna primadonna vorrebbe per la propria lingerie la sera della prima. Ma tant'è. Noi italiani siamo un popolo civile e lo stesso dicasi per i 2000 giapponesi che avrebbero assistito alla prima della suddetta simpatica rappresentazione: chi ci crede a queste superstizioni da vecchia loggionista incartapecorita? E chi può negare il successo della prima? 5000 vittime accertate, 2000 spettatori accertati.
Lo spettacolo, comunque sia, deve continuare: lo chiedono la sovrintendente del teatro fiorentino e le autorità giapponesi "impegnate nel diffondere positività e ottimismo dopo la sciagura" (così La Repubblica), cui fa eco il bel Matteo Renzi che, indossando la fascia tricolore con la sorniona dignità di un mannequin, candidamente afferma la necessità di proseguire "se il governo non ci dice il contrario" (ibidem). Così tutto è rimesso nelle cavalleresche mani dei superiori. Chissà se ad Arcore, a suo tempo, si è parlato anche di questa tournée.
Lo spettacolo deve continuare. Sebbene tra qualche perplessità di chi sta in fondo alla catena di montaggio che origina un grande spettacolo. Le maestranze ed i molti musicisti che non si considerano abbastanza pagati per restare prendano atto del destino che la signora sovrintendente e il sindaco figaccione hanno per loro approntato, ed in definitiva evitino le mutande color prugna.
Lo spettacolo deve pur continuare: perché in ultima analisi si suona per i terremotati, per i contaminati, per i sinistrati di turno che possiamo ben immaginare, nella situazione in cui si trovano, comodamente affondati nelle modernissime poltrone dei teatri giapponesi ad appassionarsi a come il fato può strappare via tutto in un minuto, eccetto ciò che si materializzerà in forma monetaria nelle tasche di politici e sovrintendenti, fin dai tempi del buon Peppino Verdi, autore delle musiche peraltro squisitamente azzeccate. Ossia, in questo caso, emblematicamente fuori luogo. E' il fato, è la sua forza.
Ma lo spettacolo deve continuare. Non è forse stato così anche due anni fa all'Aquila? E pochi giorni dopo l'11 settembre? Occorre solo anteporre al concerto una dichiarazione strappalacrime sulla necessità che la vita continui oltre il lutto e oltre il dolore, letta sul podio dal direttore d'orchestra con gli occhi bistrati dalla compassionevole attitudine cui la buona musica classica dispone, e il gioco è fato. Pardon, è fatto. Si alzi il sipario.

domenica 13 marzo 2011

No al nucleare!

No al nucleare!
Anche nel 2011 siamo riusciti a fare un altro danno con le centrali nucleari. Ormai sembravano essere sicure, e probabilmente lo erano; ma è risaputo che l'uomo non può prevedere tutto, l'imprevisto esiste ed esisterà sempre. E così anche la centrale nucleare di Fukushima è sfuggita al nostro controllo ed è esplosa.
Ed ora la gente di Fukushima deve rimanere chiusa in casa, non bere l'acqua, uscire con gli asciugamani bagnati per non esporre la pelle all'aria. Mi domando: ma perché rischiare questo? Non è più semplice trovare altre soluzioni meno pericolose? Energie alternative ce ne sono tante, elettrodomestici a risparmio energetico, e campagne di responsabilizzazione sull'utilizzo dell'energia elettrica.
Spero a questo punto che anche chi era ancora favorevole al nucleare - perché era una tecnologia sicura e conveniente - si sia reso conto che l'uomo non può essere sicuro al 100% di quello che fa. C'è sempre un imprevisto.
Nella vita di chiunque e di tutti i giorni ci sono imprevisti. Questo dobbiamo apprenderlo ed accettarlo. Gli imprevisti rendono la vita difficile ma anche affascinante proprio perché non può essere tutto un mero e freddo calcolo.

sabato 12 marzo 2011

Il mondo

E' precario, delicatissimo l'equilibrio tra il pianeta e gli esseri umani che lo abitano e lo custodiscono. O quantomeno dovrebbero. Non fosse altro che per il proprio interesse personale. Finché siamo al mondo, custodi del mondo, siamo il mondo. Figli del mondo.
Teologi e scienziati hanno trovato un tratto unitario nel denunciare la rapacità dell'uomo (e anche, duole dirlo ma è così, della donna) nei confronti della terra: un rapporto morboso e difficile, in cui trovano spazio riflessioni di fede che restano inapplicate, esagerazioni razionalistiche, fanatismi ecological-chic e quant'altro.
Mi colpisce l'indifferenza di noi tutti verso il problema ambientale. Che è poi un problema umano, perché noi non siamo disgiunti dalla terra che popoliamo ma ne siamo parte, da essa proveniamo e in essa ritorniamo: ed è questa una evidenza tanto teologica quanto scientifica.
Abbiamo un bell'inquietarci quando il pianeta ci mostra il suo vero volto: un volto incontrollabile. Possiamo erigere edifici antisismici e arriverà l'onda anomala; possiamo proteggerci dagli uragani e arriverà il terremoto. Possiamo costruire le centrali nucleari più sicure al mondo, il vanto dell'umana razionalità, e in poche ore la furia degli elementi rende precaria la nostra immediata sicurezza personale prima ancora di rimettere in discussione la nostra innata fede nel progresso.
E noi (forse i giapponesi adesso no, ma noi italiani ancora sì) poniamo l'attenzione su tematiche grottesche: come e quando permettere o impedire di morire con decenza; chi deve o non deve inseminare chi altro nella procreazione medicalmente assistita; chi può o non può fare sesso con chi altro, e via dicendo.
E in questo modo, atteggiandoci a moralisti artefici del nostro presente, passato e futuro, perdiamo di vista la nostra autentica dignità di fondo: cioè la consapevolezza di essere un grano di sabbia.
Una canna al vento.
Un punto nell'immenso spazio.
Qualcosa che oggi c'è e domani chissà dove sarà.

martedì 8 marzo 2011

L'anima delle donne

Buon 8 marzo a tutte le donne. 

Alle donne che vendono il proprio corpo: quelle che hanno inseguito il sogno italiano e si sono svegliate sul marciapiede e quelle che si addormentano tra lenzuola rosa nella camera di Barbie e si risvegliano ai festini di Arcore.
Alle donne che portano in grembo un figlio che non vogliono e a quelle che non portano in grembo un figlio che vorrebbero più di ogni altra cosa.
Alle donne che amano: quelle che amano un uomo e quelle che amano un'altra donna.
Alle donne che lavorano: fuori o dentro casa.
Alle donne che vivono e che non si lasciano vivere dall'altrui volontà e a quelle che non hanno ancora capito che il corpo di una donna non ha padroni.

Buon 8 marzo a tutti gli uomini.

A quelli che amano le donne.
A quelli che amano gli uomini.
A quelli innamorati di Dio, perché capiscano che il corpo delle donne è tutt'uno con la loro anima. Perché si ricordino che un'anima non ha padroni.

Buon 8 marzo.

venerdì 4 marzo 2011

Morti bianche, lavoro nero

Secondo l'Istat, gli infortuni sul lavoro nel 2010 sarebbero diminuiti del 7% rispetto al 2009. Una buona notizia? Forse non del tutto.
Gli infortuni denunciati corrispondono agli infortuni che realmente accadono, in una quotidianità fatta di lavoro nero o precario? E che dire dei molti giovani, nell'Italia del 2011, assunti con finti contratti di lavoro dipendente in cui i diritti sono negati al prezzo di poter ottenere quel posto?
Le morti bianche diminuiscono.
Offuscate da un lavoro nero sempre più nero.

martedì 1 marzo 2011

Italiani e tedeschi

Germania 2011: un ministro della difesa conservatore si dimette per aver copiato la tesi di dottorato, rimettendo il proprio incarico nelle mani della signora premier, con lettera di scuse. La vicenda offuscherebbe la sua fama di politico integerrimo ed onesto.
Italia 2011: un signor premier conservatore non si dimette per reati di concussione e prostituzione minorile, continuando ad emettere dichiarazioni di integrità morale a danno dei cittadini che dovrebbe rappresentare. Apprendiamo dunque che la famiglia che il suddetto premier difenderà fino alla fine del suo governo è unicamente quella costituita tra un uomo e una donna, poco importa se nonno e nipotina. La vicenda non offusca la sua fama di integerrimo ed onesto latin-lover.