C'erano una volta le famose donzelle indifese di tutte le fiabe del mondo, salvate dal cavalleresco principe azzurro dei sogni di tutte le donne del mondo.
Ora non più.
Ora che il cavalleresco principe azzurro per antonomasia sta diventando sempre meno popolare, per fortuna, le donne sognano altro. E diventano capi.
Capi della CGIL e capi di Confindustria.
Due incarichi all'apparenza opposti: le istanze degli industriali e quelle dei lavoratori, da che mondo è mondo, non vanno esattamente a braccetto.
Eppure il momento storico è decisivo: la caduta da cavallo del suddetto cavaliere, ormai ridotto a vestigia del famoso antico medioevo da bere, genera un epocale cambiamento nella nostra società e la Marcegaglia e la Camusso, novelle amazzoni, lo bastonano all'unisono.
Poiché noi donne siamo in fondo gentili e accanirsi contro un povero cavaliere disarcionato, se si può fare nelle fiabe, non è certo un comportamento da eroina della vita vera, ecco che l'ira delle due signore si dispiega in tutta la sua veemenza verso il nostro politico preferito: lui, il ministro Tremonti, l'uomo dell'inquietudine, che ormai vede ragni e scorpioni camminargli addosso, ebbene proprio lui ha avuto l'ardire di mostrarsi soddisfatto del piano governativo in 8 punti per il risanamento dell'Italia, che detto così può fare concorrenza alla pancia piatta subito tanto ambita dalle frequentatrici delle spiagge nostrane.
Ordunque, il nostro con le sue opinioni sull'economia riesce a litigare sia con il cavaliere disarcionato che con le principesse azzurre (pardon, visti i toni direi piuttosto rosse) che gli hanno risposto per le rime.
"Ci sembra che il Governo non abbia assolutamente capito l'urgenza della situazione" ha detto la Camusso, giustamente irritata dalla flemma di Tremonti di fronte allo sfacelo dell'Italia.
"Non è più il momento delle dichiarazioni, vogliamo vedere atti concreti e ci aspettiamo che il governo ci convochi già nei prossimi giorni" le ha fatto eco la Marcegaglia, dimostrando come il momento storico sia fatale non soltanto per il sacrosanto ribaltamento del potere istituzionale, con maschi inadeguati incalzati da donne che chiedono finalmente a gran voce, e finalmente da posizioni autorevoli, risposte concrete che gli uomini non sanno più dare. Ma anche per l'evidenza di un governo, ahinoi, talmente fiabesco e sconclusionato da arrivare a mettere d'accordo persino CGIL e Confindustria.
Caro Tremonti, lei che è nell'occhio del ciclone, colga l'occasione per fare finalmente il suo mestiere. Che non è quello di principe azzurro.