Alex Guofeng Cao è un fotografo sino-americano, o americano e basta visto che il suolo cinese non gli ha dato che i natali, molto noto negli States per l'idea che ha avuto di costruire grandi ritratti fotografici a partire dall'accostamento di minutissime tessere di mosaico che, a guardarle attentamente, raffigurano un'altra immagine.
Un esempio per tutti: la gigantografia di Marilyn, apparentemente ordinaria, rivela invece ad un occhio attento, e posto alla giusta distanza, di essere formata da un dedalo di tesserine raffiguranti la Gioconda. Come a dire: dietro un mito dei giorni nostri si nasconde l'idea stessa di mito, archetipica, come già incarnata da Monna Lisa nella mente di un artista di cinquecento anni fa.
Così dal sito web di Cao apprendiamo che, secondo lui, dietro Madre Teresa di Calcutta si nasconde Gandhi e viceversa dietro il grande pacifista indiano si nasconde la famosa suora albanese. A questo punto il discorso si fa più sfocato.
Dietro JFK c'è naturalmente la moglie Jackie e anche in questo caso vale il vicecersa. Ma Kennedy occhieggia nascosto anche dietro ad un'altra gigantografia di Marilyn e, come nelle sedute spiritiche di qualche altolocata dama francese, dietro le sembianze della principessa Diana appaiono quelle della principessa Grace, dietro Obama non può non starsene nascosto il barbuto Lincoln e viceversa, dietro Elvis non può mancare John Lennon e dietro Baryshnikov ovviamente volteggia Fred Astaire.
Più interessante la sezione piccante: dove i capezzoli di Kate Moss lasciano trasparire la nuda virilità michelangiolesca del David, dove l'onnipresente pilo, in questo caso appartenente alla inquietante Stephanie Seymour, cela la chioma fluente della Venere del Botticelli e dove gli airbag al silicone della Anderson, con tanto di simbolo del dollaro stampato sulla mutandina in posizione ammiccante, rivelano nientemeno che l'origine del mondo come concepita dal crudo naturalismo di Courbet. Insomma un minestrone. In cui il vero lampo di genio sarebbe costituito più dall'idea in sé che non dalle immagini, le quali peraltro sono prese in prestito da altri grandi fotografi: tanto per buttare lì due nomi, Avedon e Mapplethorpe.
A ben vedere, tuttavia, anche l'idea che sta alla base dei mosaici postmoderni di Cao non gli appartiene del tutto: basti pensare a Maurits Cornelis Escher, l'incisore dei mondi alternativi in cui la realtà nasconde dettagli inaspettati o, ancor prima, all'Arcimboldi pittore milanese autore di ritratti ironici e irriverenti come quello di Rodolfo II d'Asburgo, il cui naso austroungarico è sostituito da una pera, il nobile petto da una zucca, il collo da un mix di cetrioli e zucchine e la regale capigliatura da un trionfo di frutta freschissima e croccanti ortaggi di ogni stagione.
Il gioco che Alex Cao ripropone agli appassionati d'arte e di realtà nascoste è antico. E a forza di gigantografie di personaggi più o meno defunti da tempo viene voglia di applicarlo ad una più succosa attualità. Chissà chi potrebbe nascondersi dietro Mario Monti, l'uomo del giorno: Cao forse non esiterebbe a scegliere Silvio Berlusconi. Peccato, però, che non sia stato fotografato da Avedon.