luna bianca luna nera è la luna del calendario, quella di tutti i giorni, perché in questo blog si parla di ciò che succede e di come lo sentiamo.
l'una bianca, l'una nera: qualcosa ci piace, qualcos'altro invece no. perché anche la luna ha un suo fondo di inquietudine.

venerdì 22 aprile 2011

Il Giorno della Terra

Oggi è il Giorno della Terra. La campagna sensibilizza su tanti argomenti, tra cui:
1. il riciclo dei materiali;
2. la conservazione di petrolio e di gas fossili;
3. il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi;
4. il divieto di distruggere degli habitat boschivi e la protezione delle specie rare.

Alcune riflessioni su questi punti:
1. Sono favorevole a diminuire i rifiuti: la pratica del riciclo mi sembra una buona soluzione. Tante volte però mi capita di acquistare prodotti con incarti che non si capisce dove buttare: si analizzano, ci si domanda: «è un poliaccoppiato?». Apprezzo molto la pratica della COOP che su alcuni prodotti ci sono scritte del tipo: «Incarto: carta, buttare nella carta; interno: alluminio, buttare nel multimateriale». Questo genere di incarti credo che possa aiutare le persone a fare la raccolta differenziata in ogni momento della giornata, senza dover analizzare il materiale al microscopio per capire dove vada buttato.
Personalmente sono dell'idea che la raccolta differenziata dovrebbe avere uno schema chiaro e univoco: tante volte le istruzioni comunali indicano che la plastica di un materiale (es. imballaggi) è riciclabile, la plastica di un altro (es. grucce appendiabiti) no. Quasi sempre si trovano i simboli del materiale con il numero contornato dalle 3 frecce a forma di triangolo. Non si potrebbe fare uno schema da appendere all'anta della propria cucina del tipo: pattumiera plastica n° dall'1 al 7 e dal 10 al 13; pattumiera vetro n° 69, 71 ecc...?

2. Diminuire la dipendenza del petrolio a favore delle energie sostenibili può essere una buona idea. Purtroppo ho sempre il sospetto che questa scelta sia seguita per interessi economici più che di salvaguardia dell'ecosistema: ormai noi siamo schiavi del petrolio; siamo costretti ad accettare qualsiasi prezzo ci propongano/impongano gli altri Paesi.
Pensiamo che il petrolio non si usa soltanto per il gasolio delle automobili, ma anche per la plastica! Il computer da dove sto scrivendo è fatto di plastica - o comunque di materiale derivante dal petrolio -, la stampante, lo stereo, il cellulare, il paraurti dell'automobile, i pneumatici, gli occhiali che indosso, la suola delle scarpe, l'accendigas per il fornello, i manici delle pentole, ecc... Si potrebbe fare un elenco spaventosamente lungo!
Favoriamo pure le energie rinnovabili, ma stiamo attenti a non esagerare nell'altro senso: il petrolio, ma soprattutto i gas come il metano, non è detto che inquinino così tanto di più, la questione non mi sembra ancora ben chiara. Un pannello fotovoltaico ad alto rendimento produce in tutta la sua vita 4 volte l'energia che ci è voluta per produrlo. È un bell'investimento di energia.
Semplicemente i pannelli fotovoltaici ora li compriamo dalla Cina, mentre il petrolio dai Paesi arabi e la situazione a noi più favorevole in questo momento è comprare i pannelli dalla Cina. Poi, quando la Cina ci farà pagare cari i pannelli al silicio, ci si inventerà qualche cos'altro. Personalmente penso che si debba trovare un equilibrio: non si può pensare di essere energeticamente indipendenti. L'aiuto degli altri Paesi è necessario e fondamentale, ma dev'essere un aiuto reciproco e non uno sfruttamento di un Paese sull'altro. L'indipendenza dell'Italia l'ha già provata ad ottenere Mussolini, ma non mi sembra che ci siano stati dei buoni risultati...

3. D'accordissimo sul divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi; e questo credo che debba essere un divieto assoluto. Il lumachicida che usano tante persone che hanno l'orticello è un prodotto chimico pericoloso, soprattutto se è usato a sproposito e senza attenzione. La maggior parte dei piccoli orti non sono coltivati da agronomi, ed è come permettere di comprare qualsiasi medicinale senza bisogno di nessuna ricetta. Non riesco a dormire, vado in farmacia direttamente, mi prendo un flaconcino di sonnifero e poi sì che dormo. Nelle farmacie fortunatamente c'è un minimo di controllo in questo senso, negli orti famigliari no: ho l'insalata mangiata dalle lumache (poi saranno veramente lumache? o nottue? o nematodi?) allora vado a comprare il lumachicida e ce ne metto una busta per metro quadrato...
Senza il consenso di uno specialista non si dovrebbero poter acquistare prodotti pericolosi per la salute delle piante, del terreno e degli animali! Mi è capitato di andare al consorzio agrario a chiedere prodotti per l'agricoltura biologica e sentirmi guardato come un extra-terrestre. C'è il lumachicida super-efficace, perché non utilizzi quello?
Se la verdura dell'orto dev'essere tossica tanto quanto - o anche di più - di quella comprata al supermercato non vedo più il senso dell'orticello di casa...

4. D'accordo sulla difesa delle aree boschive e della protezione delle specie rare. Ma anche qui ci vuole un po' di spirito critico e di attenzione: se una legge vieta di tagliare gli alberi nei boschi od obbliga a seguire delle pratiche burocratiche infinite si proteggono sì le aree boschive, ma le specie rare dei piccoli fiori e insetti no. Faccio un esempio preso dalla mia esperienza personale.
Immaginiamo che all'inizio del '900 ci fosse un prato usato per pascolare il bestiame, con due piccole stalle. Il bosco era tenuto a una certa distanza dalle stalle, per la sicurezza, per avere la legna da ardere durante la stagione invernale e per mantenere il prato per il bestiame.
Negli anni del boom economico, i figli del pastore hanno deciso di intraprendere un altro tipo di carriera, lui è diventato un professore, si è trasferito e la casa nel frattempo è stata abbandonata fino agli inizi del 2000.
In questi anni il bosco ha invaso il prato e gli alberi hanno coperto le stalle.
Due giovani cercano casa e decidono, anziché costruire nuovi edifici occupando altro spazio verde, di ristrutturare due ruderi abbandonati già esistenti. Comprano la stalla abbandonata dal professore con il terreno accanto.
Si trovano le seguenti spese aggiuntive rispetto all'acquisto di una casa nuova:
- dal notaio non avranno diritto all'acquisto della prima casa, perché al momento non è abitabile ma è un rudere (e dov'è allora l'incentivo al recupero edilizio, al risparmio energetico, ecc...?).
- il terreno è un bene di lusso, spenderanno qualche migliaio di euro in più di tasse per i due ettari di prato (che nel frattempo sono diventati boschivi).
Questo terreno infatti, nonostante al catasto sia rimasto accatastato come prato, è - a tutti gli effetti - un bosco.
La giovane coppia decide di usare la legna come riscaldamento: è il combustibile più ecologico e, inoltre, nel loro caso è anche a km 0. Per poter tagliare qualche albero ogni anno bisogna però procedere con la burocrazia: la forestale - o chi per loro - deve segnare gli alberi che si possono abbattere perché il bosco è diventato protetto. «Ma scusi, questo 30 anni fa era un prato pieno di fiori, non si può far tornare così?» «No, ora è un bosco e va mantenuto tale.» Allora bisogna informarsi su come fare, spendere altri soldi per riportare tutto a prato. La coppia, esasperata dalle spese e dalla burocrazia sempre contro, abbandona il suo progetto ecologico, vende i due rustici e si compra un appartamento - o una villetta - qualsiasi per non avere problemi.
Il problema della nostra società è che - al contrario di quanto ci fanno credere - non è prevista la libertà di scelta. Tutti vogliono - o altrimenti, devono - comprare appartamenti nuovi, pena le difficoltà di ogni genere (compresi rischi civili e penali per il taglio non autorizzato).
Ora il vecchio prato di cui sopra è un bosco e rimarrà tale, abbandonato insieme ai due rustici che crolleranno sotto il peso e le spinte degli alberi che gli crescono attorno.
Questa non è difesa del verde! Bisogna difendere il verde! Poco importa se è un bosco, un prato o un orto: sempre verde è! Vedere i rustici abbandonati e semi-distrutti e vicino il villaggio di villette a schiera nuovo di trinca non è un bello spettacolo. Certo, in Italia, chi ha le conoscenze può fare tutto... E le grosse agenzie hanno potere molto più della giovane coppia con nel cuore gli ideali ecologisti.
E le specie di fiori rare che c'erano prima degli alberi dove sono finite? Nel bosco ci sono meno impollinatori, meno sole, la vegetazione sì è rigogliosa, ma completamente diversa e meno bio-diversificata.

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