luna bianca luna nera è la luna del calendario, quella di tutti i giorni, perché in questo blog si parla di ciò che succede e di come lo sentiamo.
l'una bianca, l'una nera: qualcosa ci piace, qualcos'altro invece no. perché anche la luna ha un suo fondo di inquietudine.

lunedì 21 novembre 2011

Barbie Vaticana

Neanche un mese fa le associazioni di genitori americani si scagliavano compatte contro il giocattolo cult dell'autunno, la nuovissima Barbie Tatuata, con la motivazione che la bambola in questione mostrerebbe «un modello sbagliato da imitare, troppo provocante e ribelle»; il tutto senza che l'idea che possano esistere madri e padri tatuati per davvero, in una realtà che forse non ha ancora contagiato le famiglie americane wasp ma che, sulle spiagge nostrane, ha ormai assunto l'innocuo carattere di vera e propria moda, sfiorasse minimamente, neppure in modo trasversale, la materia grigia degli inferociti genitori statunitensi.

Per non scontentare nessun produttore di giocattoli proprio quest'oggi, dopo la Barbie, tocca al nuovissimo bambolotto della Toys R Us, appena rilasciato e già nell'occhio del ciclone perché, ascoltare per credere, tra un singhiozzo e una risatina il pupo scandirebbe le sorprendenti parole dirty bitch, ritenute inadeguate, va da sé, al target infantile cui il prodotto si rivolge. La polemica, complice il frenetico periodo degli acquisti prenatalizi, è montata come un uragano: le mamme borghesi americane, evidentemente turbate all'idea di potersi ritrovare sotto l'albero l'imbarazzante bambolotto magari recapitato da una ignara prozia un po' dura d'orecchi, ne hanno chiesto l'immediato ritiro. Per la cronaca, la casa produttrice nicchia: secondo un comunicato ufficiale, infatti, la bambola emetterebbe «suoni infantili senza senso e non parole o frasi». Difficile immaginare il contrario, a meno di non ipotizzare una colossale sbronza dei programmatori della bambola o, in puro stile Pontifex.Roma.it, un soprannaturale intervento satanico a monito di redenzione universale.

Fatto è che la crociata contro i giocattoli scomodi riempie le pagine dei giornali con andamento periodico. Bambolotti che interloquiscono a mo' di scaricatori del porto di Livorno, signorine di plastica che esibiscono provocanti curve tatuate e chi più ne ha più ne metta, scandalizzano l'opinione pubblica per la loro inadeguatezza. Si dice siano inappropriati: una bambola, destinata ai nostri cuccioli indifesi, non può bucarsi e non può bestemmiare. I piccoli vanno protetti dalle abominevoli abitudini di certi adulti delle quali non è lecito nemmeno parlare.

Meglio, semmai, intrattenere i bambini con altri più educativi pupazzi: ad esempio, per restare in clima natalizio, i personaggi del presepe.
Che poi le chiome bionde della Madonna, l'iride cerulea e le membra da autentica Barbie, ammantate di preziosi broccati rosazzurri che farebbero felice qualsiasi bambola che si rispetti purché, beninteso, non tatuata, possano non essere considerate appropriate a come realmente sono andate le cose duemila anni fa in Palestina, non passa per la mente di nessuno.
Forse in quella capanna vicino alla mangiatoia meglio figurerebbero, al posto delle consuete sante statuine borghesi che rimirano con fissità adorante un bambinello pasciuto e biondocrinito, la Barbie Tossica, la Barbie Piccoli Furti e il Cicciobello Magnaccia. Proprio loro, almeno stando alle parole tuttora costantemente travisate di un famoso sovversivo condannato a morte giusto in quell'epoca («Ladri e prostitute vi passano avanti», Mt 21:31), sono le bambole più educative.